“E a un certo punto il rosso cambiò colore” è la rassegna, ormai giunta alla terza edizione che si svolge presso il Cargo 21, sede della Fondazione Luigi Longo, a Castellazzo Bormida, e che ospiterà domani, venerdì 21 aprile, alle ore 21.00, una conferenza dello storico Eric Gobetti.
La partecipazione della nostra Associazione agli eventi, che oramai da tre anni la Fondazione offre al pubblico, avvalendosi della direzione artistica di Paolo Enrico Archetti Maestri e Eugenio Merico degli Yo Yo Mundi è ormai consolidata, non solo attraverso il nostro patrocinio ma anche grazie a una ospitalità attiva, che ci permette di esporre a ogni appuntamento il nostro materiale divulgativo al pubblico presente.
Inutile ribadire che la proposta culturale è sempre di altissimo livello: Massimo Cirri e Carlin Petrini, Paolo Milone, Fulvio Cervini, Cristina Nico, Francesca Incudine, Massimo Carlotto, Gang, Chiara Colombini solo per citarne alcuni.
Questa volta però, oltre a informare dell’ evento, come sempre cerchiamo di fare, vorremmo sottolineare l’ importanza dell’ incontro con Eric Gobetti, visto l’ambito di studio che ha scelto per la sua attività di storico.
Erik Gobetti si occupa di storia contemporanea e in particolare di seconda guerra mondiale, storia del fascismo, della Resistenza e della Jugoslavia.
Il suo lavoro, che consigliamo di approfondire è per noi particolarmente interessante, prendendo in considerazione, in particolare, l’ultimo libro pubblicato dal titolo “E allora le foibe?”, edito da Laterza nel 2021. “Le Foibe” sono state in questi ultimi anni, l’esempio più lampante di come un evento storico, possa subire manipolazioni a scopo puramente propagandistico. Il libro di Gobetti si occupa di restituire al lettore la verità storica, illustrando le ricerche che nel corso degli anni hanno studiato l’argomento, definendo cosa si intenda per “Foibe” allorché si parla dell’ evento connesso alla storia della seconda guerra mondiale, del fascismo e della Resistenza e quindi dimostrando che sull’ argomento una serie di falsità sono state confezionate ad hoc, per un preciso intento politico.
E il problema del revisionismo, dell’ uso politico che si fa del fatto storico, della differenza che bisogna sempre tener presente tra storia e memoria.
Per quel che concerne la storia del novecento e in particolare la Resistenza e i fatti a essa connessi il rischio delle manipolazioni è sempre dietro l’ angolo. Per quanto concerne la strage della Benedicta, l’esempio più lampante è quello che riguarda la composizione del plotone di esecuzione che ha fucilato 145 partigiani, presso la Cascina Benedicta formato da bersaglieri, italiani, fascisti.
Ora questo fatto, dimostrato storicamente fin dai primi studi eseguiti sull’argomento, ancora nel 1996 non compare nelle motivazioni con cui il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, nell’attribuire la medaglia d’oro al Valor Militare alla Provincia di Alessandria, citando espressamente l’episodio della Benedicta, parlava solo di “opposizione a soverchianti forze tedesche”.
Ma non solo. Restituire la memoria di un evento come se essa fosse un “monolite”, invece di trattarla come “una somma di memorie”, talvolta anche in contraddizione tra di loro, la tendenza a prediligere degli aspetti e a tralasciarne altri, la tendenza a sacralizzare i fatti e gli uomini, procedendo a una sorta di censura seppur magari “inconscia” di tutti quelli che sono i limiti che sempre connotano l’ agire umano, è un rischio in cui, chi come noi si occupa quotidianamente di “manutenzione della memoria”, può incappare in ogni momento.
Per questo è molto importante continuare a riflettere su tutti questi aspetti, confrontandosi e discutendo, per isolare ogni tentativo revisionista e per mantenere la “barra dritta” nell’affrontare il nostro lavoro, ed è per questo che sarà così interessante ascoltare l’intervento di venerdì, di Eric Gobetti presso la Fondazione Longo.
Ricordiamo in fine, dopo la conferenza, lo spettacolo della Banda Putiferio “Canzoni di storica e nuova Resistenza”.