L’Associazione “Memoria della Benedicta” festeggerà i suoi primi vent’anni di vita nel 2024: l’anno in cui cadrà l’ottantesimo anniversario dell’eccidio: la più grande strage di partigiani combattenti messa in atto dalle forze tedesche e fasciste nel corso di tutta la Resistenza italiana.
Recupero e consolidamento dei ruderi della Cascina Benedicta
E’ del 1999 la nascita, subito riconosciuta dall’Istituzione regionale, del “Comitato per il recupero e la valorizzazione della sito della Benedicta”. I cui ruderi si presentavano in stato di abbandono e degrado, ricoperti di rovi e sterpaglie, nonostante la folta partecipazione popolare che ogni anno segnava la rievocazione dell’evento e la commemorazione dei caduti (che al tempo si svolgevano al Sacrario) e nonostante la solennità istituzionale: che nel corso degli anni aveva portato sul luogo dell’eccidio già due Presidenti della Repubblica, Giuseppe Saragat e Sandro Pertini (di lì a qualche anno anche di Carlo Azeglio Ciampi).
Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini in visita alla Benedicta
Molti i protagonisti di quella stagione, alcuni dei quali ci hanno lasciato, come Enzio Gemma, allora Presidente dell’ANPI provinciale, e Pasquale Cinefra, al tempo Vice e poi a sua volta Presidente, le istituzioni locali, provinciali e regionali del versante piemontese e di quello ligure, le associazioni partigiane di entrambe le Regioni, l’ANED, l’Istituto del Nastro Azzurro, gli Istituti per la storia della Resistenza di Alessandria e Genova. Tutti trovarono raccordo e impulso nell’Amministrazione Provinciale, allora guidata da Fabrizio Palenzona, che incaricò l’estensore di queste righe di curare e coordinare il lavoro, in stretto raccordo con Andrea Foco, allora Vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte e futuro, primo Presidente dell’Associazione.
Alle iniziative del “Comitato” vanno attribuiti i propedeutici passaggi dai quali sono scaturite le prime ipotesi progettuali per la pulizia e il recupero dei ruderi e per la contestuale realizzazione, in sito, di un centro di documentazione; sulle cui caratteristiche non sono mancate discussioni anche vivaci, circa la caratteristiche costruttive e le destinazioni d’uso.
La costituzione ufficiale dell’Associazione e la contestuale approvazione del suo statuto avvengono in Comune a Bosio, il 13 ottobre 2003. Nel corso della sua ormai ventennale esistenza l’Associazione “Memoria della Benedicta” è stata connotata dalle differenti personalità di coloro che l’hanno guidata. Così, la lunga presidenza di Andrea Foco si è caratterizzata per il progressivo consolidamento della realtà associativa nel contesto delle relazioni istituzionali, regionali e locali, con l’avvio di esperienze molto significative quali la collana editoriale, che ancora oggi costituisce punto di riferimento indispensabile, o quella riguardante il filone ancora non abbastanza sondato della giustizia verso i crimini di guerra commessi dai tedeschi e dai fascisti in occasione della strage.
Andrea Foco è stato il Primo Presidente dell’ Associazione memoria della Benedicta
Mentre la successiva presidenza di Don Giampiero Armano è stata segnata dall’impronta peculiare di un protagonista di multiforme impegno, nel campo della scuola, della vita religiosa e comunitaria alessandrina, della riflessione culturale, morale e civile sulle vicende del “secolo breve”, osservate sempre attraverso uno sguardo originale e arricchite da una curiosità intellettuale e umana che ha generato nel suo farsi un rilevante aumento del patrimonio di nuovi documenti e nuove testimonianze oggi a disposizione della ricerca storica.
Don Giampiero Armano e Don Luigi Ciotti durante la Santa Messa in occasione dell’ Anniversario della strage della Benedicta 2019
Sono probabilmente le dimensioni di quel tragico evento a spiegare la ragione per la quale, in un territorio vasto, intensamente coinvolto in ogni sua parte dalla lotta partigiana, la vicenda della “Benedicta” è l’unica ad essere specificamente citata nella motivazione posta a commento della medaglia d’oro al valor militare, conferita dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro alla Provincia di Alessandria nel 1996.
Da quel momento, il massacro di giovani partigiani consumatosi nella settimana di Pasqua del 1944 è, dunque, riconosciuto anche al più alto livello istituzionale come l’emblema maggiormente significativo della Resistenza combattuta nelle province di Genova e Alessandria: in quella fascia di territorio appenninico tra Piemonte e Liguria in cui operavano la III Brigata Garibaldi Liguria e la Brigata Autonoma Alessandria.
Daniele Borioli
Presidente dell’Associazione Memoria della Benedicta