Pizzorni Ezio Cesare Giuseppe

Pizzorni Ezio Cesare

Meccanico, nato a Rossiglione, Genova, il 6 febbraio 1922, di Tommaso e di Adelina Leveratto, vedovo.

Soldato del 90° Reggimento Fanteria.

Alla cattura residente a Rossiglione.

Arrestato a Rossiglione.

Giunge a Mauthausen il 16 aprile 1944; autorità preposta al trasporto Sipo di Milano.

Primo numero di matricola 63818; mestiere dichiarato in KL operaio metallurgico; classificato con la categoria Schutz.

Trasferito a Wiener-Neustdatd (Mauthausen) il 5 luglio 1944; successivamente verrà mandato a Mauthausen il 17 aprile 1945

Deceduto a Mauthausen il 24 aprile 1945.

 

Fonte bibliografica: D’amico, Mantelli, Villari, I ribelli della Benedicta, percorsi, profili, biografie dei caduti e dei deportati, Archetipo libri 2011.

 

Fonte foto: archivio provinciale dell’ANPI di Genova

 

Muore a ventitrè anni, nel lager di Mauthausen, Pizzorni Ezio. Nato a Rossiglione il 6 febbraio 1922, era un operaio metallurgico ed era stato un soldato del 90° Rgt. Ftr . Fu arrestato durante il rastrellamento della Benedicta a Rossiglione nella sua abitazione posta vicino alla centrale elettrica della stazione ferroviaria,  dove il padre era impiegato. La sua casa fu circondata e, visto che lui non voleva scendere, gli spararono mentre passava vicino ad una finestra ferendolo di striscio alla testa. Nel dopoguerra i famigliari ripetevano che sarebbe stato meglio che quel colpo lo avesse preso in pieno per risparmiargli le troppe altre sofferenze. E’ stato ucciso insieme ad altri tre compagni deportati che hanno condiviso il suo percorso dalla Benedicta: Ferrari Alberto di Genova, Guerrazzi Italo di Bovalino (RC) e Parodi Silvio di Ceranesi. In quei giorni il Comitato di liberazione del campo intensificò la lotta e diversi tentativi di ribellione scossero il campo. Le SS raddoppiarono la sorveglianza e, per sedare la ribellione, uccisero 472 internati, tra cui 84 italiani, nei giorni 21, 22, 23 e 24 aprile. Nel “Totenbuch”, il libro dei morti, di Mauthausen niente di tutto ciò è riportato: sono le solite malattie a causare i decessi (tubercolosi, cachessia,  paralisi cardiaca, febbri intestinali, ecc.). Anche nel suo certificato di morte del campo è riportata come causa una infezione acuta al cuore.

In seguito sono però stati ritrovati gli elenchi sui quali risultano i nomi dei giustiziati e la data della loro esecuzione, tra i quali è inserito anche il nome di Ezio. Riporta Giuliano Pajetta nel libro “Mauthausen”: “Già alla fine del ’44 l’organizzazione comunista internazionale di Mauthausen organizzò uno Stato maggiore e dei gruppi particolari di combattimento. Alcuni compagni lavoravano presso le armerie delle S.S., altri erano spazzini negli uffici, nei dormitori e nelle caserme dei nostri boia; sotto la direzione di un gruppo di ufficiali sovietici, spagnoli e di varie nazionalità, questi compagni elaborarono un piano concreto di difesa della nostra vita studiando le possibilità di un attacco ai depositi delle armi e i dettagli dell’organizzazione militare della guarnigione in modo che, nel momento in cui il Comando volesse passare allo sterminio totale degli internati, si sarebbe sviluppata una reazione tale da permettere il salvataggio del massimo di vite umane e la distruzione del massimo numero dei nostri nemici, in particolare dei capi”.

Questo dovrebbe essere l’ultimo grande eccidio in un campo nazista. Mancavano solo pochi giorni alla liberazione del campo, avvenuta il 5 maggio.

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Fonte bibliografica e foto: Anpi Rossiglione