Fare manutenzione della memoria la nostra missione. Una riflessione di Daniele Borioli

Poggiando sulla solida base del lavoro svolto dall’Associazione Memoria della Benedicta negli anni precedenti la pandemia, dal 2020, anno in cui ci si è dovuti confrontare con l’organizzazione di eventi forzatamente da remoto, ci si è posti il problema di impostare il lavoro in termini di continuità e innovazione. Continuità per quanto riguarda le prassi orientate a valorizzare le relazioni tra storia, memoria e comunità locali, o l’attenzione al fronte della didattica: sulle quali si sono tuttavia dovute scontare le difficoltà legate alla pandemia e all’interruzione dei rapporti in presenza da essa determinata.

Innovazione sul versante che riguarda l’apertura verso una valorizzazione dei luoghi di memoria che passa non solo per la riflessione storiografica ma anche attraverso l’espressione letteraria ed artistica o, ancora più direttamente, mediante l’immersione nei caratteri peculiari e pregiati dell’ambiente e di uno straordinario contesto paesaggistico: secondo un modello che guarda all’obiettivo di “decontaminare le memorie” e liberare per i luoghi che sono stati teatro di tragedie da un destino ineluttabilmente segnato da un passo tragico e dolente.

Da queste premesse hanno avuto origine le due edizioni del “Benedicta Festival”, la produzione dell’opera “Partigiani sempre!”, di e con Massimo Carlotto, YoYo Mundi e Maurizio Camardi, con regia di Velia Mantegazza. E, soprattutto, il lavoro avviato grazie alle preziose collaborazione e ai generosi finanziamenti della Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, nonché del Consiglio e della Giunta Regionale del Piemonte, di intervento sulla conservazione e messa a disposizione delle fonti attraverso le più moderne tecnologie. Un processo che trova collocazione negli interventi che la vigente terminologia tecnica qualifica con il termine “digitalizzazione”.

Essa costituisce l’asse di lavoro principale sul quale abbiamo concentrato nell’ultimo anno, e concentreremo nel prossimo futuro, gli sforzi del nostro impegno, tornando alla “priorità della storia”, all’ordinamento e alla messa a disposizione dei suoi documenti: per le comunità scientifiche e didattiche, certo; ma anche, e in modo non meno rilevante, per tutti i cittadini che vogliano conoscere uno dei capitoli più significativi della nostra storia recente.

Anniversario della strage della Benedicta 2022

Su questa strada, è stato naturale muovere i primi passi partendo dal cosiddetto “Fondo Armano”: il corposo insieme di documenti, interviste, materiali filmati, che don Gian Piero aveva deciso con precisa e scritta volontà di lasciare a quell’Associazione cui aveva dedicato tanto tempo e passione negli ultimi anni della propria vita, raccogliendo materiali inediti e utilissimi per allargare la conoscenza dei fatti, le chiavi di lettura possibili, il caleidoscopio di caratteri umani che connotava al tempo degli eventi e ha connotato ancora, per molti anni successivi, l’umanità che fu coinvolta dalla e nella strage dell’aprile 1944.

Dopo un primo riordino effettuato a cura dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria (ISRAL), presso il quale il “Fondo” si trova depositato, abbiamo avviato nel corso del 2022 un cospicuo, ancorché non ancora completo, riversamento su sopporti digitali di un materiale poliedrico e ricchissimo, che verrà messo a disposizione di studiosi, studenti e semplici cittadini attraverso un sito internet significativamente rinnovato nella sua impostazione: secondo modalità diversificate di accesso alle fonti, alcune delle quali aperte ad un accesso totalmente libero, altre sottoposte a procedure più accorte in relazione agli elementi “sensibili” di una documentazione che riguarda pur sempre eventi di natura bellica, talvolta segnati da episodi dolorosi e cruenti, e soggetti in qualche modo al dovere di tutelare le persone che ne furono, consapevolmente o loro malgrado, protagoniste.

Durante la Serata Benedicta di quest’ anno, che si terrà come di consueto in collaborazione con l’ Associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria, che ne è anche la prestigiosa sede di svolgimento, il giorno 13 aprile a partire dalle 18, presenteremo il primo blocco di digitalizzazioni riguardante il fondo Armano, con la pubblicazione di 40 interviste inedite, realizzate da Don Armano in persona.

Un assaggio soltanto, che noi crediamo tuttavia capace di significare il “gusto” che i materiali raccolti nel “Fondo” possono e potranno trasmettere una volta completamente accessibili e, ancor più, quando sarà possibile compiutamente metterli in relazione con maggiore fluidità, attraverso le nuove tecnologie, con altri fondi documentari (Cavo, Guareschi, Demenech), che in alcuni casi già sono stati, o totalmente o parzialmente, fatti oggetto di analoghi processi, o che saranno oggetto di successivi steps del nostro lavoro. Un lavoro complesso e costoso, che richiede risorse, impegno e costante aggiornamento, ma che costituisce e continuerà a costituire uno dei terreni fondanti la stessa ragion d’essere dell’Associazione “Memoria della Benedicta”.

Che è quella di onorare e, al tempo stesso, aggiornare una storia che, in realtà, non è ancora stata completamente e definitivamente scritta. E che, a cominciare dal numero delle vittime, dalle peculiari e complicate relazioni in seno allo stesso movimento partigiano protagonista di quella vicenda, del suo rapporto in relazione agli altri capitoli della Resistenza nella stessa macroarea territoriale, attende ancora piste di lettura e tesi interpretative in grado di arricchire la conoscenza degli eventi, di meglio mettere a fuoco le sfumature e le tensioni politiche, tattiche e persino umane che li attraversarono e condizionarono nel loro svolgimento.

Interno del centro di documentazione Cascina Pizzo a Capanne di Marcarolo

Situata sul crinale che sta tra il capitolo delle stragi condotte dai tedeschi occupanti e dai loro complici fascisti ai danni di popolazioni civili pressoché inermi, e quello delle battaglie partigiane che, anche nella nostra provincia e con alterna fortuna, contrastarono in armi le forze d’occupazione e il fascismo repubblicano, la “Benedicta”, in fondo non ancora abbastanza conosciuta rispetto alla dimensione umana e militare della vicenda cui dà titolo, chiede ancora risposte di fondo, verso le quali l’impegno della ricerca assume un valore morale e civile non meno importante del dovere di ricordare e commemorare.

Ritengo doveroso da parte mia ringraziare nell’occasione, oltre a Chiara Maria Lombardi e Francesco Bove, per il loro lavoro sulle fonti, Roberta Cazzulo e Gianluca Marcon che hanno cominciato la collaborazione con noi nel corso del 2022.

Ringrazio anche i componenti del Consiglio Direttivo Massimo Bisca, Giacomo Ronzitti, Roberto Rossi, Mariano Santaniello, Stefano Leardi, Laura Repetto, Arianna Viscogliosi, Antonio Di Cristo, Michele Dell’ Aria, Gianpaolo Lumi , e su tutti, il Sindaco di Bosio, Stefano Persano, che sin dalla costituzione del primo Comitato è una colonna del nostro esserci. Infine, ma non per importanza, desidero ancora una volta sottolineare il prezioso sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, nella persona del Presidente Luciano Mariano, del Consiglio Regionale del Piemonte/Comitato Resistenza e Costituzione, nella persona del Presidente Daniele Valle, della Giunta Regionale del Piemonte, nella persona dell’Assessora Vittoria Poggio

Daniele Borioli, Presidente Associazione Memoria della Benedicta