La liberazione di Alessandria

1996 – La Provincia di Alessandria Medaglia d’oro al Valor Militare per l’attività partigiana.

“Terra di antiche tradizioni di libertà, fedele alle sue glorie civili e sociali, le popolazioni dell’alessandrino, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, opposero una strenua resistenza alle forze germaniche di occupazione.

Costituiti i Comitati di Liberazione Nazionale, iniziarono i moti di ribellione e di lotta, cui presero parte numerose unità SAP e GAP e otto Divisioni partigiane. Nelle drammatiche battaglie del 5-11 aprile 1944, presso il Monastero della Benedicta, meno di mille partigiani, parte di quelli ancora disarmati, si difesero accanitamente di fronte a soverchianti forze tedesche.

Nell’impari lotta, 96 partigiani vennero catturati, 79 caddero in combattimento, 350 furono fatti prigionieri e trasferiti nei campi di sterminio in Germania, dopo che 19 di loro erano stati fucilati al passo del Turchino, insieme ad altri 40 ostaggi. I 5.680 partigiani combattenti della Provincia, di cui 535 Caduti e 75 uccisi per rappresaglia, oltre alle centinaia di cittadini feriti e mutilati a seguito di devastanti bombardamenti di Alessandria e di Novi Ligure, stanno a dimostrare l’asprezza della lotta, fatta di sacrifici, privazioni e rappresaglie feroci.

Contro quel regime del terrore, le popolazioni dell’alessandrino tradizionalmente pacifiche, seppero eroicamente manifestare tutto il loro amore per la libertà e la giustizia, a difesa di una Patria occupata ed oppressa”.

(dal Decreto del Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, in data 17 maggio 1996)

Il movimento di Resistenza in Alessandria e provincia (’43-’45) è stato uno dei più agguerriti del Nord Italia ed ha giocato un ruolo molto importante dal punto di vista strategico, soprattutto nel momento dell’insurrezione finale.

La lotta partigiana nel nostro territorio è valsa, in primo luogo, ad impegnare ingenti forze nazi-fasciste che altrimenti sarebbero state inviate al fronte, contro gli alleati. Nei primi mesi del 1945 nella nostra provincia c’erano circa 100 presidi nazifascisti, situati principalmente sulle grandi vie di comunicazione, essendo Alessandria al centro del triangolo Genova-Milano-Torino. Negli ultimi giorni dell’aprile 1945 un intero corpo d’armata tedesco proveniente dalla Liguria (IV corpo d’armata “Lombardia” comprendente anche la divisione “San Marco”), che tentava di raggiungere Milano e il Brennero finì per arrendersi ai partigiani alessandrini tra il 28 e il 29 aprile.

Le forze partigiane al momento dell’insurrezione comprendevano 5.680 combattenti suddivisi in 4 divisioni garibaldine, 1 divisione Matteotti, 1 GL (Giustizia Libertà), 1 divisione Patria e la 5 Divisione autonoma Monferrato. Il tributo di sangue pagato dai partigiani in provincia di Alessandria è stato pesante. Basta esaminare alcuni dati. I caduti (nati in provincia di Alessandria) superano le 600 unità; i mutilati e invalidi (civili compresi) sono 638; i civili uccisi per rappresaglia sono 75. Alle vittime della popolazione civile bisogna sommare gli uccisi dai bombardamenti, che nella sola città di Alessandria furono 547.

La lotta partigiana, nella nostra città e nella provincia ha avuto una caratteristica essenzialmente pluralistica nella sua impostazione politica in quanto erano presenti, più che altrove, tutti gli schieramenti antifascisti. La matrice contadina è stata quella più coinvolta nelle formazioni partigiane.

Alessandria era una città molto difficile in cui svolgere la lotta armata, poiché c’erano in permanenza ingenti forze nazifasciste. Nonostante ciò ad Alessandria la lotta armata fu condotta sin dall’inizio.

In occasione della rappresentazione dello spettacolo “Partigiani Sempre”, appuntamento giovedì 28 settembre alle ore 21.30 presso il cortile del Palazzo Comunale di Alessandria, l’Associazione Memoria della Benedicta ha pensato di riproporre il documentario “Alessandria: la liberazione”, realizzato dal prof. Gianni Giavotto in collaborazione con Gian Piero Armano, i ragazzi del “Saluzzo-Plana” e il maestro Enrico Pesce.

Il documentario, suddiviso in 3° capitoli è stato realizzato nel 2018 e riporta l’incontro avvenuto il 28 aprile 2017 presso la Sala Capitolare del Duomo di Alessandria tra Don Gian Piero Armano e gli studenti del Saluzzo-Plana.

Segue la lettura di alcuni brani dal resoconto del Canonico Quinto Gho “La liberazione di Alessandria”.

Le trattative in Cattedrale per la resa del Presidio tedesco e dei militari R.S.I. (documentazione dall’ Archivio del Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Alessandria. Quaderni dell’ Azione Cattolica di Alessandria.”La voce Alessandriana” n. 16, 23 aprile 1999.

Le musiche originali “Esistere e Resistere” del maestro Enrico Pesce, eseguite dall’ Orchestra del Liceo Musicale “Saluzzo-Plana” di Alessandria.

L’intento è quello di rendere un omaggio alla Città e alla Provincia di Alessandria, medaglia d’oro al valor militare durante la Resistenza, in occasione dell’apertura delle commemorazioni per l’anniversario degli 80 anni dalla strage della Benedicta, avvenuta il 7 aprile 1944. Le donne e gli uomini protagonisti di quei tragici avvenimenti, che contribuirono al riscatto dell’Italia dagli anni del potere fascista, iniziarono a organizzare la loro Resistenza all’ indomani dell’8 settembre 1943, 80 anni orsono.

Pubblichiamo questo documentario per ricordare e rendere omaggio a due grandi personaggi della cultura alessandrina, che ci hanno lasciato: il prof. Gianni Giavotto e Don Gian Piero Armano.

Entrambi hanno dato un contributo eccezionale alla nascita e allo sviluppo del lavoro dell’Associazione Memoria della Benedicta, e questo documentario ne è la prova: se l’Associazione Memoria della Benedicta è diventata una organizzazione per la “manutenzione della memoria” che ha come interlocutore privilegiato il mondo della scuola per realizzare la sua azione, lo deve al pensiero, al lavoro e alla lungimiranza di questi grandi uomini.

Alessandria: la liberazione