Una nuova fase per il progetto culturale Benedicta avviato ormai vent’anni fa

Foto 1 - Una nuova fase per il progetto culturale Benedicta avviato ormai vent’anni fa

Sono in fase di assegnazione definitiva i lavori di completamento del centro di documentazione “ipogeo” della Benedicta, che ci auguriamo possano chiudere una lunga e tormentata vicenda. Ma in attesa della riattivazione del cantiere, stiamo già lavorando all’allestimento degli spazi, che comprendono anche la location già operativa di Cascina Pizzo. Il Centro di documentazione va infatti concepito come un contenitore articolato su più punti del territorio, in grado di configurare specifiche funzioni e interagire tra loro. Per questo, si sta lavorando a un allestimento multimediale e integrato di gestione, del quale si è cominciato a ragionare nel corso di una riunione, la terza del Comitato di gestione, svoltasi all’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Alessandria. L’incontro è stato preceduto da un sopralluogo nell’area dove si svolse l’eccidio e dove ora si trovano i ruderi del cascinale, sotto i quali sorgerà parte del Centro.
In questi anni, infatti, l’attività di ricerca e di studio, non si è mai interrotta, è stata creata la rete “Paesaggi della memoria”, anche digitale, sviluppato materiali e contribuiti per iniziative culturali organizzate dall’Associazione Memoria della Benedicta, in collaborazione con altri Enti e Istituzioni. Ora, grazie anche agli investimenti messi a disposizione in questi anni da Regione e Provincia, si tratta di fare un ulteriore passo avanti. Da qui l’avvio della collaborazione con il “Polo del ‘900” di Torino, con il già citato ISRAL, con l’omologo Istituto Ligure, con le Università. Naturalmente, l’istituzione regionale resta il punto di riferimento principale, anche per sviluppare la messa in rete del patrimonio scientifico e archivistico riguardante quella vicenda cardine della lotta di liberazione italiana.

Documentazione

L’idea è quella di creare un ambiente multimediale, sul modello dei contributi che si possono ritrovare presso il museo diffuso della Resistenza di Torino, dove l’ accesso alla documentazione e alla storia del luogo avvenga attraverso i nuovi strumenti digitali. Una scelta innovativa e, al tempo stesso, quasi obbligata, sia per le caratteristiche dei luoghi sia per la particolare delicatezza materiale della documentazione.
Allo scopo, sono in corso i contatti con l’Università del Piemonte Orientale, con le Università di Venezia, Genova, Torino, Bologna, con l’AIB e con il Centro Maniscalco, con gli istituti storici, al fine di definire un progetto di ordinamento e digitalizzazione della documentazione esistente sulla strage e sulla storia e la cultura dei luoghi dove si svolsero gli avvenimenti.
Siamo, insomma, a una tappa importante per gli sviluppi del progetto culturale Benedicta, che non solo prevede nella realizzazione del nuovo Centro di Documentazione, non solo il luogo fisico, insieme reperto materiale e simbolo civile e morale della Resistenza ligure-alessandrina, ma anche lo snodo digitale per l’approdo ai molti archivi documentari sparsi, fondamentali per una conoscenza ragionata delle fonti, intorno alla quale costruire ulteriori percorsi di approfondimento didattico e di ricerca.
Tanto ci premeva comunicare

il Presidente dell’ Associazione Memoria della Benedicta

Sen. Daniele Borioli